Vitamina D, fonte di salute

Giornate che si allungano, primi tepori. In un anno in cui abbiamo molteplici motivi per uscire all’aria aperta, uno è specifico: la "produzione" di vitamina D. Per l’80% generata dal nostro organismo grazie all’esposizione al sole, la vitamina D è davvero vitale.
La vitamina D è un ormone vero e proprio, un ormone steroideo, che deriva dal colesterolo. La sua funzione principale è quella di stimolare il metabolismo del calcio. Quindi, è fondamentale per evitare le patologie legate al metabolismo osseo, come rachitismo e osteoporosi. E’ utile nel caso di infezioni e disturbi intestinali, per garantire un intestino che funzioni bene nell'assorbimento di tutti i nutrienti e migliori il sistema immunitario. La carenza di vitamina D, inoltre, si fa sentire nella patologia dentale nota come parodontite, che è causata dell’indebolimento delle ossa mascellari; è connessa ad altre patologie: diabete, ipertensione, cancro, patologie neurologiche (come la sclerosi multipla) e reumatiche (come la fibromialgia). E' da tenere sotto controllo nel periodo di gravidanza, perché una carenza di vitamina D può incidere sulla quantità di vitamina D a disposizione del feto.
COME PRODUCIAMO LA VITAMINA D
La gran parte della vitamina D che serve all’organismo viene prodotta dalla pelle sotto forma di vitamina D3 o colecalciferolo (la forma inattiva della vitamina D) in risposta alle radiazioni solari, in particolare in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti.
E' sufficiente l'esposizione per un periodo di trenta minuti al giorno lasciando scoperti non solo il viso e le mani, ma anche le braccia o le gambe. Attenzione alle creme ad elevato fattore protettivo che blocca la produzione di vitamina D.
In Italia siamo ad una latitudine tale per cui l’esposizione solare in inverno non è sufficiente a permetterci di produrre adeguati livelli di vitamina D. Per cui è importante cercare di garantire continuità nell'esposizione al sole e valutare la necessità di integratori.
L’attività fisica all’aperto è molto indicata perché i recettori che attivano la vitamina D sono presenti anche nelle fibre, tra cui le fibre muscolari. Il consiglio, quindi, è di fare sport all’aperto, anche ad alta intensità, beneficiando in più del movimento stesso che aiuta a mantenere l’elasticità dell’osso, migliorandone l’ossigenazione.
Per gli sportivi la vitamina D è importante perchè negli sport aerobici abbassa la frequenza del battito cardiaco, migliorando l’ossigenazione dei tessuti. Nel complesso la vitamina D riduce tutti i disturbi infiammatori.
PERCHE' SIAMO CARENTI DI VITAMINA D?
Gli anziani hanno livelli di vitamina D più bassi rispetto ai giovani, perchè la loro pelle ha una ridotta capacità di produzione di colecalciferolo (la vitamina D inattiva, che poi il nostro organismo metabolizza a forma attiva) dopo l’irradiazione della luce solare. Per quanto i giovani abbiamo una pelle più efficiente nel produrre la vitamina D, lo stile di vita attuale, che ci vede sempre più in luoghi chiusi, è un fattore di rischio da tenere sotto controllo.
Infatti, la carenza di vitamina D è asintomatica e si manifesta soltanto quando il deficit è molto grave. Un’analisi del sangue può rivelarla ed è consigliata per tutti, anche i bambini, qualora vedano ridotte le loro possibilità di esposizione alla luce.
Negli stati più gravi i sintomi sono dolore alle ossa e alle articolazioni, dolori e debolezza muscolari, ossa fragili. La carenza può inoltre manifestarsi anche con sintomi neurologici, quali stanchezza ricorrente, contrazioni muscolari involontarie, stato confusionale, difficoltà nel pensare in maniera chiara, ansia e disturbi del sonno.
VITAMINA D: ALIMENTAZIONE E INTEGRATORI
Possiamo assumere la vitamina D anche da alimenti grassi come l’olio di fegato di merluzzo, le uova, i pesci grassi (come lo sgombro e il salmone), i crostacei, i funghi ma anche il latte. Da sottolineare che le quantità in questi alimenti sono comunque piuttosto esigue. Per questo se il consumo di cibi addizionati di vitamina D è una buona indicazione, l'utlizzo di integratori, come sanno i Paesi del Nord Europa in cui questa è una consuetudine consolidata, è una buona praticaq per ridurre il deficit di vitamina D molto diffuso nei Paesi del Mediterraneo.
Gli italiani hanno livelli di vitamina D più bassi di quelli degli scandinavi, perchè nei paesi nordici la mancanza del sole è stata sopperita con integrazioni.
Quindi è necessario valutare, di fronte a una carenza, un supplemento di vitamina D in cui dosaggio e somministrazione possono essere modulati.
COVID-19 E CARENZA DI VITAMINA D
Se ne parla da un anno. All’epoca il Covid-19 iniziava a colpire soprattutto gli anziani in Italia, e soprattutto al Nord, alcuni ricercatori iniziavano a sondare la questione: la carenza di vitamina D potrebbe essere un fattore predisponente per ammalarsi di Covid-19 e per un esito severo o letale della malattia? A quanto pare le correlazioni non mancano: le carenze di vitamina D aumentano la predisposizione ad infezioni sistemiche e abbassano la risposta immunitaria, favorendo anche il rischio di malattie autoimmuni.
Recentemente uno studio spagnolo, afferma che i pazienti colpiti dalla malattia avrebbero anche l’80% in meno di probabilità di essere ricoverati in terapia intensiva. Secondo lo studio, ancora in fase di confrotno, la vitamina D ridurrebbe del 60% le morti per Covid-19.